Fabio si unì al gruppo di amici disegnatori realizzando storie umoristiche, di loschi criminali e soprattutto legate al suo interesse verso l'elettronica, la meccanica e la robotica. Passioni talmente accese che nel suo garage di casa iniziò a costruire una testa di robot in legno dotata di una complicata circuiteria elettronica. Se questi sono stati i temi che lo ispiravano, lo stile grafico era invece tipicamente umoristico con riferimento alla produzione di Jacovitti, di cui era un avido lettore. "La Grande Avventura" e "Computer Vuol Dire Morte" sono le due serie che realizzò con la "formula" dell'albo a puntate su fogli staccati dai quaderni scolastici, una modalità che aveva contagiato tutto il gruppo di disegnatori.
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